Quando gli individui uniscono le proprie forze e operano in gruppo, stringono degli accordi, espliciti o impliciti che siano, circa ciò che è giusto e sbagliato, morale e immorale. Vale a dire, riguardo a ciò che favorirà la sopravvivenza e ciò che la ostacolerà. Stiamo parlando di un codice morale, cioè di una serie di accordi ai quali un individuo ha aderito per garantire la sopravvivenza del gruppo. A prescindere dalla grandezza del gruppo – si tratti di due persone che si accingono a contrarre matrimonio o di un’intera nazione che si sta costituendo – ogni suo membro aderisce a determinati accordi.
Quando in una relazione o in un matrimonio uno dei due partner trasgredisce il codice morale a cui aveva dato il suo accordo, spesso sente di non poterlo riferire al suo compagno o alla sua compagna. Queste
Quando una trasgressione contro un codice morale a cui un individuo è legato non viene rivelata, viene denominata
Queste trasgressioni indicano quanto una persona si sia distaccata dal comunicare liberamente con il resto del gruppo. Se, ad esempio, un uomo perde al gioco il denaro necessario per pagare i conti di casa, commette un atto overt. E se in seguito nasconde l’accaduto, senza mai rivelarlo alla moglie o alla famiglia, di fatto starà fingendo di far parte del gruppo, poiché, dopo aver infranto gli accordi su cui il gruppo si basa, non ne fa più parte. È questo l’elemento che causa la disgregazione di un gruppo, una famiglia, un matrimonio.
Un matrimonio che ha perso ogni briciolo di unità riducendosi ad un cumulo di atti overt e di withhold, è quasi impossibile da ricucire semplicemente postulandone l’esistenza. Dopo che i coniugi hanno perso la loro unità, devono trovarla un’altra volta.
Chi si sposa può pensare che la cosa dovrebbe andare in questo modo: in una bella giornata di giugno, questo bel fusto (o magari neanche tanto bello) e questa bella figliola (o magari neanche tanto bella), si ritrovano e pronunciano “Sì, fino a che morte non ci separi…”. E pensano che adesso il matrimonio sia cosa fatta. Ancora non lo hanno nemmeno cominciato.
Devono scoprire che aspetto hanno prima di colazione. Questa istituzione ha più a che fare con i cosmetici e le lamette da barba che con qualsiasi altra cosa. Devono imparare a convivere uno con l’altra, se ci riescono. In qualche misura hanno cancellato, più o meno per il fatto stesso di essersi sposati, ciò che facevano prima che questo avvenisse ed è da quel punto che iniziano.
È quello che succede da quel momento in poi ciò che conta. A volte, tuttavia, le cose che hanno fatto in precedenza e che stanno tenacemente nascondendo l’uno all’altra, non permettono al matrimonio neppure di iniziare. Così, quarantotto ore dopo, il sacro vincolo fa già acqua da tutte le parti: ci sono troppi overt e withhold che risalgono a prima che la coppia si conoscesse.
Anche quel matrimonio, però, può essere salvato.
In un matrimonio che si è trascinato per anni e anni, gli atti overt ed i withhold possono accumularsi fino a che i partner non si “distaccano”. È considerato usuale che allo scadere dei tre anni, tra moglie e marito si spenga “la passione”. È quasi da manuale e “tutti gli psicologi lo sanno”, ma non ne conoscono la ragione. Sono gli atti overt ed i withhold.
Se ciò è quanto accade dopo tre anni, che cosa succederà dopo dieci anni? Molte coppie imparano semplicemente a sopportare. Entrambi i coniugi adottano una condotta propiziatoria, con la quale cercano di compiacersi l’un l’altro o di ridurre la collera reciproca. Riescono in qualche modo ad andare d’accordo e preferiscono vivere così che in qualche altro modo; essere sposati è meglio che non esserlo e pensano, tutto sommato, di far bene. Non pensano più tanto all’uomo o alla donna che invece avrebbero dovuto sposare. Le cose, in un modo o nell’altro, vanno avanti.
Contro quella relazione possiamo sferrare il più sorprendente degli attacchi: ripulire il matrimonio!
Il divorzio, il desiderio di separarsi o il ritirarsi non sono altro che l’espressione di troppi overt e withhold ai danni del coniuge. Semplice.
Quando uno dei coniugi si sta tirando indietro, vuole mollare e dice “Devo andare” o “Non dovrei restare” o “Devo fare qualcos’altro” o “Dobbiamo separarci” o “Starei molto meglio se non ci fossimo sposati”, tutte queste ragioni scaturiscono direttamente dagli atti overt e dai withhold di quello tra i due partner che sta facendo questi ragionamenti contro l’altro.
A dire il vero, la ragione fondamentale alla base di un comportamento del genere, è il tentativo di proteggere il partner dalla propria immoralità. È per questo che dichiara “Farei meglio ad andarmene”, “La cosa migliore è lasciarsi” o “Dovremmo lasciar che si spenga”. Questo è di solito l’avvicinamento graduale alla rottura del matrimonio: “Lasciamo che si spenga”, “Dovrei andarmene”, “Dovremmo separarci”. Adesso, però, possiamo riattizzare questo fuoco spento.
È probabile che, mentre stai cercando di rimettere in sesto un matrimonio, i due coniugi decideranno che non v’è dubbio che tutto sia finito e che non c’è ragione di andare avanti perché non si può… Ciò che risolve ogni volta la situazione, è di portare ognuno dei due a ricordare ciò che egli o lei ha fatto. Tenendo questo bene a mente, si giungerà ad un lieto fine.
atti che violano le leggi o i codici morali.
una filosofia religiosa applicata che tratta lo studio della conoscenza e che, tramite l’applicazione della sua tecnologia, può apportare dei mutamenti desiderabili nelle condizioni di vita. È stata sviluppata nel corso di un terzo di secolo da L. Ron Hubbard. Il termine Scientology è formato dalla parola latina scio (conoscere, nel senso più completo della parola) e dalla parola greca logos (studio di). Scientology si può ulteriormente definire come lo studio e il modo di occuparsi dello spirito in relazione a se stesso, agli universi e alle altre forme di vita.
una trasgressione di cui non si è parlato o che non è stata rivelata contro un codice morale al quale la persona è legata, un withhold è un atto overt che una persona ha commesso e di cui non parla. Qualunque withhold viene sempre dopo un atto overt.